- Ho sostenuto la risoluzione sull'esportazione di armi: attuazione della posizione comune 2008/944/PESC perché ritengo doveroso che il Parlamento Europeo sollevi questo tema richiamando tutti gli Stati membri al rispetto delle regole e dei criteri decisi nel 2008 per regolamentare il commercio di armi verso paesi terzi. Pur non negando l’importanza dell’industria della difesa, non possiamo rimanere silenti di fronte ai comportamenti di taluni Stati membri, che non applicano compiutamente i criteri stabiliti e negoziano importanti contratti di fornitura militare con paesi in guerra, regimi o paesi con continue violazioni dei diritti umani. La tragedia umanitaria del conflitto in Yemen causata dalle azioni dell’Arabia Saudita è solo l’ultimo esempio dei comportamenti di paesi non democratici cui gli Stati membri continuano a vendere ingenti quantità di armi e tecnologie militari: penso all’Egitto, alla Siria, al Qatar. Servono, quindi, maggiori controlli, più trasparenza e una maggiore supervisione da parte del SEAE. Condivido allora la proposta di creare un’autorità europea per il controllo delle armi sotto l'egida dell’Alto Rappresentante, per controllare i comportamenti dei singoli stati e sanzionare le violazioni della posizione comune. Molto positiva è anche l’idea di promuovere un’applicazione omogenea nell’UE degli 8 criteri, evitando comportamenti diversi di fronte alla stessa controparte.