Un interessante confronto ieri a Bruxelles su Caporalato di genere, sfruttamento e molestie sessuali nel Mediterraneo. Di grande rilievo non solo l’analisi del fenomeno ma anche le proposte che sono emerse a livello europeo e nazionale. Il degrado in cui vivono le/i braccianti è uguale dalla Spagna, al Marocco, a Vittoria in Sicilia, nelle campagne di Puglia, nel Salernitano. Ma allo sfruttamento e alla fatica a cui sono sottoposti i braccianti, quasi sempre immigrati, per ledonne è necessario aggiungere le molestie, la violenza sessuale, il divario salariale (vengono pagate il 20/30% in meno), il problema dei minori che le accompagnano, spesso sfruttati anche loro o come nel caso delle rumene lasciati quasi da soli nel paese di origine (e spesso per la solitudine suicidi). Non possiamo più far finta di non sapere.
Abbiamo in Italia una buona legge la 199 del 2016 che, sul piano penale, sta producendo ottimi risultati, ma non sono ancora attuate le misure positive (pure presenti nella legge) che invece servono a prevenire e contrastare il fenomeno. Abbiamo chiesto all’Europa di mettere però a punto nuovi strumenti:
• Legislazione uniforme a livello europeo;
• Pretendere il rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e delle norme vincolando i contributi pubblici della PAC a tale rispetto.
È stata una bellissima esperienza con momenti anche molto forti sul piano emozionale. Perciò avverto anch’io la necessità di ringraziare Serenella Molendini, Stefania Prandi, Teresa Bellanova, Najat Noubail, Rosa Amorevole, Antonio Pedrero, Michela Giuffrida, Ivana Galli e tutta la delegazione della Flai Cgil e gli altri colleghi europarlamentari David Sassoli, Andrea Cozzolino, Caterina Chinnici, Patrizia Toia.